“L'obbedienza
non è più una virtù”, e non l'ho detto certo io. Obbedire è
dire sempre sì, perchè assecondare garantisce tranquillità e le
acque stagnanti del quieto sopravvivere, anche se vivere è spesso
un'altra cosa.
Come una moneta che lanciamo in aria, la
negazione ha due facce, due scuole di pensiero con relativi adepti.
Quelli che si negano sempre, e il loro “NO” è più no di quello
degli altri: più deciso, tranciante, definitivo, spesso totalmente
immotivato, ripetuto in un loop automatico che è un pessimo segno di
ritiro dalla realtà, spesso di egocentrismo o scarso interesse alla
vita. Scappare, consiglierebbe la vostra terapeuta di fiducia,
scappare veloce.
Poi
ci sono quelli che non lo dicono mai, e il mondo li vampirizza:
toglie loro le energie vitali, utilizza la loro disponibilità e
l'obbedienza verso la famiglia, gli amori, gli amici, il lavoro
(esattamente in questo ordine di vampirismo) senza scrupoli e spesso
senza accorgersene.
Dire “no”, in questo caso, è una
liberazione senza eguali. Appena l'hai detto, la giornata è più
chiara, la luce più forte, un impertinente buonumore si fa strada
dentro, e spesso ci accorgiamo perfino di fischiettare.
Più
amiamo e più è necessario dirlo, disobbedire a chi ci vuole, in
perfetta buona fede e amore, uguali a prima, all'immagine quieta e
standard appesa in conc'e lettu (NdR: sopra il letto), mentre i
granelli di sabbia nel nostro ingranaggio cominciano a essere troppi,
e a farlo inceppare. Il “no” è un efficace selezionatore del
personale, perché chi non lo sopporta proprio ritira la candidatura
a entrare nella nostra vita, e chi già c'è si abitua presto: sono
le nuove leggi del mercato, bellezza!
Anche
nel lavoro- che è sentimento, identità, interezza- in questi tempi
di precarietà e di scelte altrui sulle nostre vite, il “no”
diventa arma di libertà, due lettere che cambiano il corso della
giornata e spesso anche della vita. Dire no a quello che sappiamo
essere sbagliato o insufficiente per noi, tirare dritto nonostante i
volti stupiti di chi non abbiamo abituato a sentirselo dire.
La
disubbidienza, questa amica preziosa, è uno stato interiore prima
che manifesto, una riserva energetica, il buen retiro dell'anima e la
consapevolezza di farcela comunque, anche se ci vorrà molta molta
fatica.
Ma la libertà e l'interezza non sono gratis, ne paghiamo il
prezzo. E anche se non ci sono saldi in questo territorio, sono
comunque due accessori che stanno bene con tutto, in tutte le
stagioni.
#LetteraN
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