Faccio outing, ci sono cascata anche io: la tentazione era troppo forte, le immagini che
vedevo troppo belle, e insomma…alla fine la fotografia della mia prima
colazione, con tazza e tovaglietta abbinate, biscotti disposti casualmente “ad
arte”, sfumature ad hoc, l’ho fatta anche io. Postandola poi dappertutto.
Sono insomma caduta vittima del cosiddetto "foodporn", un nome una garanzia. Perché?
Perché è gradevole, certo, ma soprattutto perché il
cibo è di nuovo centrale nella nostra società, come non mai. Siamo- o dovremmo
essere- una società del benessere, che non conosce (più) la fame nera, e
viviamo una molteplicità di opportunità alimentari forse mai provata
prima.
Tutto pacifico, dunque? Ovviamente no: diventa sempre
più difficile, nel mondo globalizzato, mangiare bene (cioè sano), e rappresenta una scelta talmente importante che le
polemiche fra onnivori e vegani, per fare un esempio, sembrano spesso una
guerra di religione, anche in relazione alla possibilità e alla necessità di
informarsi bene su cosa introduciamo nel nostro corpo.
Perché siamo quello che mangiamo, è vero: e visto che
è una questione fondamentale, come spesso accade si oscilla fra gli estremi
disinteresse/ossessione.
Il cibo è perfino tornato (o forse non ha mai smesso
di esserlo) “di moda”, invadendo i vecchi e nuovi media: ne sono un esempio i
talent show come Masterchef,
l’intrattenimento puro come Unti e
Bisunti in televisione, o la corrente interna al social fotografico
Instagram, l’Instafood. I casi di giornaliste che si dedicano alla cucina,
passando dalle news al Cotto e Mangiato, non si contano più. I blog di ricette
sono innumerevoli, visitatissimi, creano vere e proprie comunità raccolte
attorno al cibo.
E anche se quello che mangiamo ci struttura i tempi
moderni, spesso, non ci consentono di coltivare, o di acquistare ciò che
sarebbe meglio- più naturale, sano, più adeguato al nostro corpo o stile di
vita. Ci rifugiamo spesso nel cibo fast
(e pazienza, se è un panino con salsiccia di Macomer, per dire e anche per fare
un altro outing), talvolta in quello junk, spazzatura, eppure ci
entusiasmiamo anche solo davanti alla foto di una fregola con le arselle o
davanti alla minuscola porzione nouvelle
cuisine, quelle per intenderci con un ricciolo di carotina che svetta su un
tortino di erbette della Provenza (?).
Senza dimenticare, poi, che il cibo e in generale
l’enogastronomia sono fattori di sviluppo
economico fondamentali in Italia e anche in Sardegna, elementi
identitari e quindi “vincenti” anche dal punto di vista del marketing. Anche un evento importante come l'Expo 2015 di Milano è dedicato al cibo, anzia, curiosamente, a "nutrire il pianeta" (cioè?).
Nella penultima puntata de la Versione di Madry
indagheremo le numerose sfumature del cibo e i significati che questo elemento
primario della vita sta assumendo nella società contemporanea, con l’aiuto di Alessandra Guigoni, una esperta davvero “multidisciplinare”.
Stay tuned!
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