Caro Sant’Efisio,
la tua festa, lo sappiamo tutti, è il Primo Maggio. Che è anche, o
dovrebbe essere, la Festa del Lavoro. Ti rivolgo quindi una piccola preghiera,
perché nel tempo che ci è toccato in sorte almeno tu ci stia a sentire.
Siamo noi, quelli della mia generazione: siamo di solito nati negli
anni Settanta, quindi abbiamo più o meno quarant’anni. Talvolta un po’ di più.
Siamo invisibili, che di solito è prerogativa dei supereroi, ma il nostro unico
superpotere consiste in una stupefacente capacità di resistenza e talvolta di
resilienza.
Ci siamo adattati a non disturbare troppo, al sottile disprezzo
strumentale ed elettoralistico di chi si pone soltanto il problema dei
“giovani”, cioè di quelli dai 15 ai 24 anni; perché dopo si è considerati
“giovani adulti”, e poi, dai 30-35 e oltre, adulti a pieno titolo. Come tali,
vorremmo fare delle cose “adulte”: procreare, comprare casa, soprattutto lavorare.
E’ assai difficile, caro Efisio – mi perdonerai la confidenza ma io ti seguo,
anche in tournée, da molti anni- fare queste cose se sei sempre stato in
bilico, flessibile, occupato a fasi alterne.
Viviamo in un paese che istiga alla guerra (tra poveri) generazionale:
figli contro i padri “che si sono mangiati tutto”, padri disorientati da un
futuro dietro le spalle, giovani contro adulti.
Aiutaci tu, Sant’Efisio, a non
cadere in questa trappola.
Aiutaci tu, che sei un martire guerriero, a combattere
questa guerra, anche senza un nemico preciso. Perché nessuno ci attacca
esplicitamente, forse aspettano la morte per consunzione.
Ma hanno sbagliato i conti. La mia generazione è assai resistente-
spesso ha figli, ha sogni ostinati, vuole fare qualcosa durante il suo passaggio
su questa terra inospitale - perché il
lavoro è identità, è costruzione di sé, è un futuro per se stessi e gli altri.
Allora, magari, visto che siamo (ancora) nonviolenti e troppo
impegnati a galleggiare per impegnarci tutti, magari potresti aiutarli tu,
questi “policy makers” (sic!), i
decisori politici, il legislatore insomma.
Aiutali a guarire dallo strabismo di cui sembrano soffrire, per cui se ci sono un milione e mezzo di persone in cerca di lavoro che ha più
di 35 anni e un altro milione (quasi) che è tra i 25 e i 34 anni, loro vedono e
parlano solo dei 655 mila giovani senza lavoro, che sono appunto ragazze e
ragazzi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni (qui l'articolo completo).
In Italia ci sono 770 mila persone disoccupate che hanno più di 45 anni.
C’è qualcosa che non mi torna nella scala di priorità.
In Sardegna la disoccupazione è in larga parte adulta: la Giunta
regionale ha appena annunciato la “Garanzia giovani”, per le persone dai 15 ai
29 anni.
Caro Sant’Efisio, tu, lo sappiamo, non sei stato solo un guerriero.
Sembra che tu ci abbia anche salvato dalla peste. Ora ne stiamo vivendo una di
altro tipo: è la precarietà che ha infettato le nostre vite fin nel midollo,
che ha cambiato i valori e gli schemi della società in cui viviamo, che ha
fatto della flessibilità il suo dio, che pensa che pagare poco e male le persone sia normale.
Qua ci vuole un miracolo: per svegliare chi sta dormendo mentre il
tempo passa e la vita non aspetta, punire chi ci strumentalizza, darci il tempo
e le forze per ribellarci a questa ingiustizia e riacquistare speranza.
Soprattutto, per svelare il mistero della nostra invisibilità: perché
di noi non parla mai nessuno? Perché ci danno ormai per spacciati o perché il
dio pagano del mercato non sa che farsene di 40 enni con una storia (e spesso
delle competenze) alle spalle e quindi il resto del mondo, media compresi, si
adegua buttandosi su temi più ghiotti?
Piccolo Sant’Efisio, adorabile santo rock’n’roll, potresti ascoltarci
almeno tu?
Mi dicono che a volte i miracoli accadono. Fra il vedere e il non
vedere, io ti seguirò anche quest’anno.
Martedi 29 aprile, sui 96.8 Mhz di Radio X, la quinta puntata de La
Versione di Madry è dedicata al tema
della disoccupazione “adulta” e della “mia generazione”. Ospite la sociologa
del lavoro Lilli Pruna.
Anche streaming su www.radiox.it e podcast. Stay tuned!
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