Ieri la gita al Poetto, la spiaggia cittadina, con i due
nani quattrenni è stata piuttosto movimentata: alla seconda fermata c’era il
mondo, soprattutto quello ggiovane fatto di culotti al vento e improbabili
creste che mi fanno rimpiangere i punk, quelli veri però. Diegoarmando e
Giggirriva si sono tuffati subito, incuranti dell’acqua torbida e del limite
posto dallo storico stabilimento balneare a fianco a noi, un mostro in cemento
con gli ombrelloni appiccicati l’uno all’altro la cui frequentazione può essere
giustificata solo da un perverso desiderio di costa adriatica.
Vabbè. La ferale notizia che era
ora di uscire dall’acqua, dopo 40 minuti di rafforzamento delle difese
immunitarie, non viene accolta bene dai ragazzini. Parte la sceneggiata napoletana:
pianto e urla belluine che si intensificano alla pacata promessa di andarcene
se non la smettono. Sotto i 38 gradi delle sei del pomeriggio, mi sembra di
vedere Tata Lucia avanzare sull’acqua, in lontananza. Ma di certo è una
allucinazione dovuta allo stress del momento, in cui tutta la spiaggia ci
guarda e improvvisamente tace. Diegoarmando e Giggirriva rincarano la dose, e
io decido di mantenere la promessa.
Conclusione: li porto via di peso senza nemmeno infilare loro i sandali,
facendo lo slalom fra gli asciugamani e le facce un po’ attonite dei gruppetti
e delle coppiette, così probabilmente contribuendo in maniera significativa
alla pratica del sesso sicuro, sicurissimo. Le urla proseguono anche in
macchina, per tutto viale Poetto, fino a casa. Quando parcheggio, sfinita, sono
“a visioni”. Al di là del parabrezza sporco Tata Lucia mi sorride benevola, e
so di aver fatto la cosa giusta: una sanzione va sempre messa in pratica, una
volta detta ai bambini, altrimenti si perde in credibilità e autorevolezza.
Bene, pensate se da domani ogni
elettore del centrosinistra mettesse in pratica la stessa regola, e alla
prossima porcata (che sia l’insulto razzista di un membro del governo, il
rimpatrio di un dissidente, l’acquisto di aerei militari in presenza di oltre 9
milioni di poveri, ecc. ecc.), passasse dalle minacce (di non votarli più, di
votare altri, di non votare proprio ecc.), i dibattiti, i perché e i percome,
ai fatti.
Cioè, sul più bello- cioè in
questo momento storico in cui è evidente a chiunque che l’unico scopo è
l’accanimento terapeutico su un animale morente, questo sistema agonizzante- togliesse
loro il gioco, come io ho portato via i nani dalla spiaggia nel momento
cruciale.
Il mio “spiegone” con i
ragazzini di quattro anni è durato circa 5 minuti, anche troppi: in Italia
siamo anni che giustifichiamo l’ingiustificabile.
Hasta Tata Lucia siempre.
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