Primarie/2. Matteo Renzi (“sembra uno di quelli che distribuivano gli inviti per la discoteca”).



Il mio proposito suicida continua, ma sono ancora viva, anche se comincio ad accusare i primi sintomi di noia mortale. Resisterò. Intanto mi scuso per la ripetizione ossessiva di “ovvio” e “ovviamente”, non mi veniva altro.

Ieri a Cagliari, per Matteo Renzi, una sala convegni grande e strapiena (1500 persone?) ha ospitato un pubblico variegato, con molti (veri) giovani e molti curiosi
Indubbia la presenza e l’interesse di potenziali elettori di centrodestra o, in generale, del Grande Centro, a cui Matteo (perdonatemi la confidenza, ma lui parla così con tutti, perciò…) punta senza ritegno. E perché dovrebbe averne? Con un senso della realpolitik più da massaia che da stratega della politica, vivaddio, spiega pacato che a lui non fanno mica schifo i voti degli “altri”, anche perché, conti alla mano, se si vuole vincere (e non solo partecipare, precisa), i numeri sono necessari. Ha ragione, ovviamente. La differenza rispetto a chi incarna certi valori “tradizionali” della militanza politica è siderale: una amica commenta sofferente: “Sì, ma queste cose sono buoni tutti a dirle!”. E un’altra: “mi ricorda quei galoppini delle discoteche che distribuivano gli inviti”. 

La camicia bianca, la faccetta comune, Renzi dice poche cose concrete, ma le dice talmente bene che perfino una miscredente come me ha un po’ applaudito nel passaggio del “ricambio generazionale”. Ovviamente. Per il resto, non c’è stato molto. 
Renzi non perde tempo in discorsi e filosofie sui massimi sistemi: tra un video di Crozza (“perché io sono simpatico e rido anche di me stesso”), Troisi, Albanese, Will Smith e l’ovvia “Ricerca della felicità”, e Obama (sì, born in the USA, mica in Toscana), del programma ha detto pochino. 

Qualcosina sulle pensioni da riformare, sul lavoro femminile, sul crollo del potere d’acquisto con la proposta-promessa di far tornare  ogni mese in tasca 100 euro a chi ne guadagna meno di 2000 (è stato un momento molto berlusconiano, questo: ma Renzi non mi ha lasciata stupefatta come Silvio qualche anno fa a Cagliari per la chiusura della campagna elettorale di Cappellacci. Il ragazzo ha ancora molto da imparare). Poi, siamo tutti d’accordo sul sostegno al credito alle piccole e medie imprese. Ovviamente. E sulla necessità di potenziare i servizi come gli asili nido? Ovviamente. E sul fatto che il centrosinistra ha bisogno di uno come Matteo Renzi? Non lo so, su questo non sono totalmente d’accordo con un altro commentatore della serata (leggete qui), ma solo perché la mia antipatia per questo tipo di imbonitore annebbia la mia lucidità, soprattutto sul finale con il video (ancora!) del discorso di Obama e la promessa che "Si alzera' un'onda di cambiamento e ridaremo fiducia ai bambini"

Di certo c’è che Bersani (atteso in città per i prossimi giorni) ha di che preoccuparsi, perché Renzi e il suo armamentario di slides, grafici, pause tattiche, canzoni sparate a palla, battutone e l’indubbia tenuta della scena, unite al discorso potentissimo della “rottamazione”, mira allo stesso elettore che in passato ha votato per le figure più tradizionali del centrosinistra, spesso perché non c’era altro da scegliere. Oggi non è più così, e questa è una fortuna. Oppure, viste le possibilità, anche no?

(nella foto, potenti amuleti portafortuna, ma per gli altri)

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