Primarie/1. Nichi Vendola (“ma è seduto o in piedi?”)



Ho deciso di suicidarmi. Soltanto così è spiegabile il perché della mia decisione di seguire tutti gli incontri della primarie del centrosinistra (anche perché del centrodestra si sono perse le tracce). Oppure, forse, è un fioretto, non si può dire per cosa sennò mi porto sfiga da sola.  Più probabilmente, una che, parafrasando De Andrè,“non si innamora di nulla”, è naturalmente curiosa di tutto.

Insomma, in qualche modo, parlando con amici e parenti, devo giustificare l’insensata decisione: i più mi guardano con gli occhi sbarrati e mi chiedono “ma perché??”, con ciò manifestando l’indifferenza - quando non l’ostilità -dell’elettore medio per questa competizione interna allo schieramento di “sinistra”. Le virgolette sono obbligatorie, visto che i prossimi saranno Renzi e Bersani.

Ma sabato è stata la serata di Nichi Vendola. Organizzata con intelligenza in una sala di media capienza che così risultava pienissima, mi ha convinta una volta di più della funzione taumaturgica di questi incontri, che certo non orienteranno in maniera massiccia le intenzioni di voto. Cioè, un entusiasta di Renzi non cambierà improvvisamente idea gettandosi fra le braccia di Nichi, nonostante l’indubbio fascino dell’uomo e il sollievo (un po’ radical chic, lo ammetto) di sentire argomentare qualcuno in maniera corretta e pure colta dopo vent’anni di berlusconismo, anche lessicale. 

Sono eventi taumaturgici, in cui il militante vero si emoziona, si vivifica, si infoga e crede per un po’ che anche gli altri italiani capiranno quanto sarebbe giusto e ragionevole, ad esempio, applicare una patrimoniale, destinare i denari pubblici alle scuole e non agli aerei da combattimento, fare due o tre passi avanti su diritti civili come matrimoni omosessuali o fecondazione assistita (vabbeh, pure io ci ho creduto, qualche volta. Poi ho visto come sono andati gli appuntamenti elettorali di ogni ordine e grado e ho capito che sarà per un’altra vita in un altro Paese). 
Nichi è stato preceduto da un discorso, scritto bene anche se un po’ lunghetto, del sindaco di Cagliari Massimo Zedda. Il giovane (sì, è giovane, problemi? In Italia un adulto di 36 anni è ancora considerato giovane!) amministratore ha riepilogato le azioni della Giunta, anche qui tra applausi convinti, più in coincidenza dei tagli agli sprechi che hanno caratterizzato le primissime azioni del suo mandato che per il muso duro che ha messo giù parlando della vicenda Teatro Lirico (scontri con i sindacati e i lavoratori sulla nomina discutibile del nuovo sovrintendente) e della retorica del “noi siamo diversi, non facciamo “trasse” (maneggi, NdR), quello che diciamo poi lo facciamo eccetera”. A me “Massy” è simpatico, ma tenendo sempre presente che “non mi  innamoro di nulla” (e nessuno), esercito serenamente il mio diritto di critica e avanzo qualche dubbio. Piccolino però, eh?
 
In queste occasioni, peraltro, le critiche non mancano, anche quelle fatte con affetto a Nichi: ad esempio, qualcuna si è bonariamente chiesta: “ma...è seduto o in piedi?” (per la cronaca , era in piedi), o anche, meno bonariamente, “ma che fa, cita il profeta Isaia e non Gramsci?”. 
Però va detto che rispetto al passato il leader di Sel si è fatto un po’ più concreto, nella prima mezz’ora ha parlato di soldi: i tagli, il patto di stabilità, poi si è lasciato andare con la solitudine di chi lotta per il lavoro, la tragedia dei bimbi morti a S.Giuliano di Puglia, e appunto il profeta Isaia (e va bene, ovviamente le radici cattoliche non si possono  ignorare, però io su Isaia mi sono un pochino distratta). Temevo il refrain personalistico del matrimonio e della paternità: non c’è stato, per fortuna (Nichi, sei proprio sicuro che i tuoi potenziali elettori vogliano discutere di questo, ORA?).

Conclusione: la serata è stata un successo, anche per Massimo Zedda, ma rimane il dubbio sulla sua utilità in relazione al motivo per cui è stata organizzata, e cioè convincere la gente a votare alle primarie, e votare un candidato particolare come lui. Mi verrebbe da pensare che è bello “vincere facile”, essere accolto dal calore dei tuoi sostenitori (anche se qualche contestazione, nel Sulcis, l’ha avuta pure lui). Quante new entry avrà portato questo tour di Vendola nell’isola? 
O forse sbaglio prospettiva e questi eventi servono soprattutto per contarsi e fare i successivi calcoli e previsioni su come potrebbe andare? Io non azzardo più previsioni: dopo l’esito dell’ultima campagna elettorale in Sardegna, quella Soru-Cappellacci, sono stata zitta per giorni, peraltro con sollievo di molti.

E a proposito di conteggi, domani c’è Renzi a Cagliari. Il mio proposito suicida va portato fino in fondo, quindi…

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